Disabili, le associazioni di volontariato: a Parma impegni disattesi

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Dalla GAZZETTA DI PARMA DEL 9 OTTOBRE 2017
La nota critica nei confronti dell’applicazione della legge suo Dopo di noi

Un gruppo di associazioni (tra cui Anffas, Angsa, Abbraccio Familiare, Itaca, Noi uniti per l’autismo, Face) afferenti all’ambito della disabilità criticano la gestione locale della legge 112/2016 (meglio nota come Dopo di Noi).
Lo scorso 19 settembre l’assessore al Welfare Laura Rossi, in qualità di presidente del comitato di distretto socio-sanitario, ha convocato un gruppo di associazioni di volontariato per una generica condivisione delle scelte operate dallo stesso nell’utilizzo dei fondi Regionali assegnati per la prima fase di attuazione della normativa ma, per quanto riguarda il territorio di Parma, “purtroppo gli obblighi indicati dalle norme sono stati totalmente disattesi” osserva Cristiana Torricella.

In particolare, i tempi e le modalità di convocazione dell’incontro “non hanno consentito il reale coinvolgimento delle associazioni fin nella fase di progettazione e la possibilità di tener conto di alcune esperienze, sperimentazioni e studi condotti sul nostro territorio, così come invece espressamente previsto dal decreto attuativo (Dgr 733/2017), dimostrando ancora una volta di non considerare le persone con disabilità e chi le rappresenta quali validi interlocutori”.

A questo proposito, viene ricordato che i tavoli dei piani di zona, luogo d’elezione della progettazione partecipata, “da sei anni non vengono più convocati”.
Nel merito, le schede di programma proposte sono “semplici enunciazioni di principi e buoni propositi, di aspettative generiche e di interventi aspecifici. Quando, invece, secondo le indicazioni del legislatore, i progetti dovrebbero essere nuovi e innovativi, mostrando una progettazione ancorata a solidi principi di evidenza capace di consentire una precipua rendicontazione e una democratica valutazione degli esiti (personali, funzionali e clinici). Ci troviamo invece di fronte alla ri-presentazione (sotto mentite spoglie) di progettualità già in essere, considerando la Dgr come mera fonte integrativa di finanziamento”.
E’ per questo che le associazioni sottoscritte “non hanno inteso in alcun modo avvallare il documento proposto. Inoltre, anche attraverso l’organismo maggiormente rappresentativo in Regione (Fish), chiederanno presso le sedi competenti che siano avviate le opportune verifiche sugli eventi descritti”.

Pensando alle persone con disabilità, conclude la presa di posizione, “l’unica via che è possibile perseguire è quella di una la progettazione a lungo termine basata su dati pubblici e su procedure allineate alle indicazioni scientifiche. Questo approccio, noto come ‘Progetto di vita’ deve divenire la base per una programmazione dei sostegni offerti dai territori che sia rispettosa dei diritti dei cittadini e che sia coerente nel tempo proprio perché ancorata a principi e valori inalienabili”.