Anffas è nata nel 1958
Un gruppo di persone ha fondato Anffas.
Le persone che hanno fondato Anffas
avevano dei figli con disabilità.
All’epoca,
le persone con disabilità
erano trattate male
Non potevano lavorare o andare a scuola.
Le altre persone non le aiutavano.
Molte persone con disabilità andavano a vivere nei manicomi.
I manicomi sono stati degli ospedali
dove andavano le persone con malattie mentali.
Nel 2000, Anffas è cambiata
Prima c’era una sola Associazione Anffas.
Adesso ci sono molte Associazioni Anffas locali.
Anffas Parma è nata nel 1966.
Nel 2002,
Anffas Parma è diventata:
Anffas Onlus
Onlus significa:
Organizzazione non lucrativa di utilità sociale.
Questo vuol dire
che Anffas non lavora per guadagnare soldi
e che si occupa dei problemi sociali
Nel gennaio del 2023,
Anffas Parma è cambiata di nuovo.
Adesso si chiama:
Anffas Parma Aps.
Aps vuol dire:
Associazione di promozione sociale.
Questo vuol dire
che Anffas fa attività sociali.
Che cosa ha fatto Anffas?
Negli anni,
Anffas ha fatto molto
per i diritti delle persone con disabilità.
Di recente Anffas ha anche fatto una riflessione
su
● autodeterminazione
● autorappresentanza.
Autodeterminazione vuol dire
che una persona può scegliere
cosa fare
e cosa volere.
Autorappresentanza vuol dire
che una persona parla per se stessa e per gli altri
per farsi ascoltare e capire dalle altre persone.
Oggi Anffas è una grande associazione
che lavora per:
● la scuola
● il lavoro
● i posti dove vivono le persone con disabilità
Anffas organizza molte attività,per esempio sporto corsi di cucina.
- il mondo della Scuola, per favorire l’integrazione scolastica
- l’Amministrazione Comunale e Provinciale per gli inserimenti lavorativi ed i servizi alla persona
- con USL nel C.U.F.
- Forum Solidarietà (Centro di Servizi per il Volontariato di Parma)
- CEPDI (Centro per la documentazione integrazione scolastica, lavorativa e Sociale)
- Cooperativa “Dopo di Noi”
- Consorzio di Solidarietà Sociale
- Comitati Consultivi misti
- Commissione per l’invalidità
- Fondazione Trustee per la domiciliarità delle persone disabili
Molto più di un’associazione: un gruppo di amici!
L’Associazione inoltre promuove, con l’aiuto dei tanti amici e Volontari, una serie di attività volte a migliorare la qualità della vita, favorire l’autonomia personale, l’integrazione sociale delle persone disabili e delle loro famiglie.
In base alle esigenze manifestate dai Soci organizza varie opportunità che si sono sviluppate negli anni:
- Corso d’arte
- Attività sportive
- Atelier di giardinaggio
- Corso di cucina
- Teatro-danza
- fattoria didattica
- attività di tempo libero ed uscite varie (vacanze estive e para olimpiadi invernali, week-end in varie città, pizzate con film, gite, bowling, stadio, concerti, etc )
Il progetto Tempo Libero, in particolare, è stato reso possibile grazie ad un gruppo di Volontari e professionisti che ha dato vita ad un “gruppo di amici” per far vivere il più possibile “lo straordinario di una vita normale”.
La Convenzione Onu ed il Pensiero Anffas
La convenzione Onu è per l’intero movimento delle persone con disabilità e di chi le rappresenta, il quadro di riferimento ed il paradigma centrale cui ispirare pensieri, azioni e politiche ed è per questo che i suoi principi permeano interamente il “Pensiero Anffas”. I principi di non discriminazione, rispetto per la dignità umana, autonomia e indipendenza delle persone; partecipazione ed inclusione nella società; pari opportunità; accessibilità; parità tra uomini e donna sono infatti da anni già alla base del pensiero dell’Associazione. La sfida di Anffas è quindi quella di essere sempre più protagonista nel cammino che dovrà portare all’affermazione del modello della disabilità basato sui diritti umani e della piena inclusione sociale delle persone con disabilità, agendo da impulso e stimolo nei confronti dell’esterno, ma al tempo stesso leggendo e rileggendo, in chiave critica e con grande attenzione, il proprio stesso operato alla luce della Convenzione.
Perché un manuale in formato “easy to read” (facile da leggere) sulla CRPD?
“Gli Stati Parti adottano tutte le misure adeguate a garantire che le persone con disabilità possano esercitare il diritto alla libertà di espressione e di opinione, ivi compresa la libertà di richiedere, ricevere e comunicare informazioni e idee su base di uguaglianza con gli altri e attraverso ogni mezzo di comunicazione di loro scelta, come definito dall’articolo 2 della presente Convenzione, provvedendo in particolare a:
a) mettere a disposizione delle persone con disabilità le informazioni destinate al grande pubblico in forme accessibili mediante tecnologie adeguate ai differenti tipi di disabilità, tempestivamente e senza costi aggiuntivi;
b) accettare e facilitare nelle attività ufficiali il ricorso da parte delle persone con disabilità, alla lingua dei segni, al Braille, alle comunicazioni aumentative ed alternative e ad ogni altro mezzo, modalità e sistema accessibile di comunicazione di loro scelta;
c) richiedere agli enti privati che offrono servizi al grande pubblico, anche attraverso internet, di fornire informazioni e servizi con sistemi accessibili e utilizzabili dalle persone con disabilità;
d) incoraggiare i mass media, inclusi gli erogatori di informazioni tramite internet, a rendere i loro servizi accessibili alle persone con disabilità;
e) riconoscere e promuovere l’uso della lingua dei segni.”
Articolo 23- Libertà di espressione e opinione e accesso all’informazione- Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.
Come sopra evidenziato, la Convenzione stessa ribadisce il diritto di tutte le persone con disabilità ( quindi anche quelle con disabilità intellettiva e/o relazionale) ad avere ad accesso all’informazione ed alla comunicazione, nonché all’istruzione e formazione continua per l’intero arco della vita, e di partecipare anche in prima persona alla vita sociale, pubblica e politica ed ai “contesti” nei quali si prendano decisioni che le riguardano.
Ecco perché, proprio in considerazione della portata “epocale” che la Convenzione Onu dovrebbe avere sulla loro vita, è importante che anche le persone on disabilità intellettiva e/o relazionale acquisiscano consapevolezza, ognuna secondo le proprie possibilità, circa l’esistenza di questo importantissimo strumento e sui principali diritti che sono loro riconosciuti.